Il cane, un amico.
Un amico, il cane
vaga tranquillo nel suo recinto
silenzioso, attento,
lucido lo sguardo, irrequieto
aspettando la sera.
Il padrone lontano a lavorare,
lui nel giardino ad aspettare.
Non c’è fretta, per chi aspetta
lungo è il giorno, calmo, senza vento.
Passano i mesi e le stagioni,
ma nel recinto il tempo si è fermato
il cane, il suo padrone è arrivato.
Senza parole, ma con affetto
un debole guaito il cane
corre al suo cospetto.
Una carezza, stretto al cuore
il padrone dimentica il suo dolore.
Una lunga giornata è passata,
il cane vuol giocare,
anche lui per dimenticare
il recinto e la catena
che a volte porta pena.
Cane e padrone
diventano bambini
per un attimo un po’ piccini.
(Natale Seghesio – E le stelle giocano a scopone)