E’ il momento del Barolo, Re dei vini, vino del Re.
Abbiamo un Barolo 2012, Cascina Gramolere, Monforte d’Alba.
Il Barolo
Due parole sul Barolo: è uno dei vini che non teme confronti, Re dei vini, vino del Re, ma io preferisco definirlo un gioiello dell’enologia mondiale, perchè il Barolo, ripeto, non teme nessun confronto.
Qui abbiamo oltretutto un Barolo di Monforte, un terroir ad altissima vocazione.
Il vitigno
Partiamo, come sempre, dal vitigno: il Nebbiolo. E’ antico, arrivò nel 1266 che però poi nel tempo ha saputo trovare il suo habitat esclusivo nelle Langhe: una zona di 11 comuni e 2000 ettari, la zona DOCG del Barolo.
Monforte è uno dei terroir più vocati.
Ovviamente, il territorio è ad altissima vocazione, un territorio che si è formato 150 milioni di anni fa per sollevamento marino, terra ricca di marne, di calcare, marne argillose, soprattutto Monforte è ricco di microelementi.
Questo insieme, questo terroir, fa si che la vite trovi il suo massimo habitat e dia prodotti di altissima qualità.
Il Nebbiolo dà origine al grande Barolo.
Il vigneto, ovviamente, valorizza in pieno la qualità dell’uva, per cui agricoltura sostenibile, lotta integrata, bassa resa per ettaro.
Il Nebbiolo si raccoglie tardi, quando arrivano le nebbie, da qui anche il nome, e probabilmente ha tardiva maturazione, verso fine di ottobre e i primi di novembre.
Il lavoro della cantina
La cantina non fa altro che valorizzare questo grandissimo vino, nel senso che la fermentazione è lunga, con lunghe macerazioni.
Il Barolo deve essere conservato in legno, in questo caso qui Claudio utilizza della grandi botti in rovere di Slavonia.
Il Barolo può ancora avere un invecchiamento in bottiglia per affinare quei grandissimi profumi che lo rendono unico, veramente, in tutto il mondo.
Un grande vino per un grande territorio, posso sintetizzare.
Analisi sensoriale
Vediamo ora la degustazione guidata di questo vino: Barolo 2012 Monforte Cascina Gramolere.
Il colore
Rosso granato veramente bello, con le sue nuance, la viscosità è perfetta come anche gli archetti.
E’ un vino ovviamente limpidissimo.
Il profumo
Adesso andiamo al famoso goudron, al naso, ai profumi del Barolo.
Ci sono profumi terziari, di altissimo livello, grande finezza, souplesse di grande, grande, profilo.
Profumi speziali di pepe bianco, cannella, che poi evolveranno col tempo nel tartufo nero, nel tabacco in quelle note sensoriali che rendono grande il Barolo. I profumi sono veramente di altissimo livello.
Sono profumi legati alla fermentazione, alla cantina ma anche in parte al legno e all’evoluzione del vino nel tempo, anche in bottiglia.
Il gusto
Il Barolo è un vino pieno, corposo, caldo, equilibrato, di grandissima persistenza.
Nel Barolo risente, il vitigno, il territorio, le Langhe, il viticolture, la cantina, tutto.
Il Barolo esprime delle grandissime sensazioni in bocca che lo rendono un grande vino per una grande gratificazione sensoriale.
Servizio e abbinamento
Il calore, la struttura, la persistenza nel tempo, la lunghezza, un vino che chiaramente va valorizzato nel giusto bicchiere, alla giusta temperatura.
Una bottiglia la si può aprire mezz’ora prima, in grandi bicchieri va benissimo questo, il balloin, il grande ISO, bicchiere ampio in modo che possa sviluppare le sue grandi caratteristiche.
Chiaramente a tavola lo valorizziamo con le grandi carni, selvaggina, i brasati, ma anche con i formaggi stagionati. Il Barolo va benissimo anche con le bistecche, con un tagliere di formaggi
L’importante, ovviamente, è la temperatura circa 20°C, l’importante è il giusto bicchiere e, per il resto, la giusta compagnia.
Il Barolo può evolvere nel tempo in maniere veramente longeva, io ho assaggiato dei Barolo anche di 30-40-50 anni.
Questo Barolo di Monforte ha un terroir esclusivo può ancora invecchiare tranquillamente ancora 10 anni.
Sicuramente migliorerà nel tempo a livello di colore, di profumi e soprattutto di sapori.
Il Barolo è la sintesi perfetta di un vitigno, di un territorio ad altissima vocazione e fa onore all’enologia langarola, piemontese, italiana e mondiale.