Molte persone pensano che gli agricoltori di inverno non abbiano niente da fare, e che la vita in campagna sia sostanzialmente ferma in attesa della primavera.
Beh, non è proprio così!
Per noi viticoltori quello invernale è un periodo con molto lavoro, sicuramente minore che in altre stagioni, ma comunque con alcuni appuntamenti fondamentali.
Per quanto riguarda la cantina bisogna seguire l’evoluzione del vino e fare i travasi necessari alla sua pulizia e maturazione, valutando attentamente i tempi.
Ma l’appuntamento più importante di questo periodo dell’anno è in vigna, dove è ora della potatura.
Un nuovo inizio
Questa attività è fondamentale per lo sviluppo successivo della pianta, andando a incidere anche sugli altri interventi durante l’anno.
Possiamo dire che è un nuovo inizio per la vigna e per il viticoltore, che hanno chiuso con la vendemmia il ciclo precedente.
Si tratta in pratica di tagliare e potare la vite decidendo quali e quanti rami tagliare per impostare lo sviluppo successivo della pianta.
Questo è l’aspetto importante della potatura, perché capite bene che una volta che si taglia, non si può più tornare indietro!
Bisogna quindi interpretare bene la situazione attuale della pianta e decidere come intervenire, sapendo che possiamo indirizzare ma non controllare completamente lo sviluppo della vite, e questa è una delle sfide più belle per un viticoltore.
La potatura a Guyot
Io pratico la potatura a Guyot, una delle più diffuse per le viti da vino.
Si tratta, senza scendere troppo nei dettagli, di lasciare un singolo ramo che si sviluppa in orizzontale dal tralcio (detto Capo a frutto) su cui fioriranno le gemme da cui nasceranno i grappoli.
È un metodo che risale a circa 2 secoli fa e ovviamente nel corso del tempo è stato sviluppato in diverse varianti, grazie anche agli studi sempre più approfonditi sulla vita delle piante.
Rispetto ad esempio a come faceva mio nonno io ho scelto di adottare una potatura più corta, tagliando quindi un po’ di più il ramo e lasciando di conseguenza meno gemme.
Interpretare il territorio
Si hanno così 2 vantaggi: la pianta produrrà meno foglie e gemme, rendendo quindi più semplice il successivo lavoro di scarzolatura e diradamento, e concentrerà la sua attività vegetativa in meno grappoli, subendo anche meno stress.
Inoltre la maggiore distanza tra un ramo e l’altro permette una maggiore areazione tra i grappoli, contrastando l’insorgere di muffe e malattie date dall’umidità.
Il vino principale della nostra azienda è ovviamente il Barolo, e cerchiamo di esaltare il più possibile in vigna le caratteristiche che daranno un grappolo ricco e concentrato, privilegiando così la qualità alla quantità.
Spero con questo breve racconto di avervi fatto conoscere meglio il lavoro che faccio ogni giorno in vigna, e perché è così importante la cura della vite durante tutto l’anno.