Finalmente è arrivato l’autunno! Per quanto possa fare piacere godersi qualche giorno in più di sole, devo ammettere che cominciavo a chiedermi quando sarebbe finita questa specie di estate lunghissima, con temperature decisamente sopra la media.
Qui in Langa l’autunno è sicuramente la stagione più suggestiva, con le vigne e le piante che cambiano colore offrendo dei panorami che lasciano senza fiato per la loro varietà.
L’autunno è anche la stagione di uno dei prodotti più caratteristici di questa terra, insieme al vino: il tartufo.
La fiera più importante: quella del Tartufo bianco d’Alba
Ogni anno infatti migliaia di appassionati si riversano ad Alba per la fiera del tartufo, uno dei più importanti appuntamenti per la città e vetrina mondiale per Langhe, Roero e Monferrato.
Qui si tiene l’asta internazionale dove i pezzi più pregiati vengono venduti al miglior offerente, e per le vie della città i cosiddetti “trifolai”, i cercatori di tartufo, propongono il frutto delle loro segretissime ricerche.
Non voglio dilungarmi troppo sulle caratteristiche del tartufo e sul vasto mondo che ci gira intorno, magari ve ne parlerò in un’altra occasione, per oggi voglio concentrarmi sul mangiarlo!
Bianco o nero?
Diciamo, per semplificare, che il tartufo nero ha un profumo delicato e un sapore gradevole, mentre il tartufo bianco è molto più intenso nonché raro, e da qui il suo costo maggiore che può arrivare anche a 3 volte quello del tartufo nero.
Se siete appassionati, o anche solo curiosi di provare un gusto nuovo e particolare, vi voglio suggerire due semplici ricette per avvicinarvi a questo prezioso tubero, insieme ai sapori tipici delle Langhe.
Carne cruda all’albese al Tartufo bianco d’Alba
Questo piatto è un grande classico della cucina albese, un antipasto semplice e il cui successo è strettamente legato alla qualità degli ingredienti.
Spesso le persone di altre regioni d’Italia sono scettiche rispetto alla carne cruda, perché magari pensano che sia rischioso mangiarla.
Ovviamente bisogna avere l’accortezza di usare una carne di alta qualità, preferibilmente la Fassona piemontese, meno grassa e molto delicata.
Non spaventatevi, in Langa mangiamo carne cruda da sempre e stiamo tutti bene!
Scherzi a parte, è importante che la carne sia fresca, oltre che di qualità.
Solitamente chiediamo al macellaio di prepararla al momento, andando a fare una battuta al coltello del pezzo di manzo, ma potete tranquillamente fare voi stessi la procedura a casa.
Una variante più semplice prevede che la carne venga macinata, come si farebbe per preparare il ragù.
Prendete circa 100 grammi di carne a testa, aggiungete un filo d’olio, sale e pepe e poi disponetela per creare un piccolo cilindro di circa due dita di spessore e 4 o 5 di diametro.
Nella ricetta base si aggiunge anche un poco di succo di limone, ma i piatti troppo acidi non si sposano bene col tartufo.
Per finire grattugiate alcune scaglie di Tartufo bianco d’Alba sul cilindro di carne e preparatevi ad un’esplosione di gusto!
Tajarin al burro e tartufo nero
Per questo primo piatto vi serviranno semplicemente dei Tajarin freschi, sono dei piccoli spaghetti di pasta all’uovo, di pochi millimetri di diametro, del burro e un po’ di tartufo nero.
Potete calcolare circa 100 grammi a testa e una noce di burro, mentre per il tartufo vige sempre la regola di seguire il sentimento, ma senza esagerare con la quantità per non rovinare l’armonia dei sapori.
Dopo una breve cottura di un paio di minuti, unite i tajarin al burro in un tegame caldo, con una spolverata di noce moscata e pepe.
A questo punto grattugiate il tartufo fresco direttamente sul piatto.
Ho appositamente scelto un piatto caldo per il tartufo nero perché essendo meno intenso, il calore della pasta lo aiuta a sprigionare i suoi aromi e gusti, mentre il sapore più deciso di quello bianco può essere apprezzato sia con piatti freddi che caldi.
E per il vino?
Ovviamente quando si parla di piatti golosi, per goderne appieno non bisogna dimenticare il vino!
Per la carne all’albese, essendo un antipasto, vi propongo di abbinarla al mio Dolcetto d’Alba DOC, un vino da tutto pasto ma con una bella personalità.
Invece i tajarin di sposano bene con il Barbera d’Alba DOC, che ha maggior corpo e sostiene bilancia il grasso del burro con la sua acidità.
Spero che queste semplici ricette vi piacciano, e se non siete sicuri di avere gli ingredienti giusti, venite direttamente ad Alba alla fiera del tartufo, poi andate in macelleria, in gastronomia e per finire passate a trovarmi in cantina a Monforte!