Ciao a tutti, come state? Immagino che per molti di voi le vacanze siano finite, o magari avete scelto di evitare la ressa di agosto per andare in ferie a settembre.
Come ben sapete per noi viticoltori questo è un periodo fondamentale, quello della vendemmia!
Tra circa una settimana comincerò a raccogliere il dolcetto, per poi passare al barbera e chiudere a metà ottobre con il nebbiolo. Ovviamente non si raccoglie tutti i giorni, avremo l’equivalente di una settimana di raccolta spalmata in poco più di un mese.
Un periodo di scelte importanti
Come vi raccontavo in passato, il lavoro in vigna richiede di interpretare la situazione delle piante per prendere scelte che influiranno sullo sviluppo e quindi sulla qualità dei grappoli.
Non esiste un’annata uguale all’altra, anche se chi ha ormai molte vendemmie alle spalle come me può sfruttare l’esperienza accumulata per riconoscere i vari segnali che le piante e la vigna danno sul loro stato di salute.
Una volta che abbiamo fatto il massimo per accompagnare le uve a maturazione arriva il momento della raccolta, e anche questo richiede di prendere molte scelte diverse.
Ad esempio, quando cominciare? Dovete sapere che più ci avviciniamo ad un ipotetico periodo di maturazione ideale e più i grappoli sono delicati e soggetti ai fenomeni atmosferici.
L’incognita del meteo
Se piove 2 o 3 settimane prima del raccolto (parliamo di piogge normali e non temporali violenti) è un’ottima cosa, perché l’acqua contribuisce a far aumentare i grappoli, andando a nutrire la pianta.
Ma se piove tanto a ridosso della raccolta è un problema, perché l’umidità favorisce funghi e parassiti, finché è bagnato non si può raccogliere e si rischia che gli acini marciscano.
Quindi in quei giorni ho sempre un occhio al meteo, perché se ad esempio fossero previsti diversi giorni di pioggia potrei decidere di anticipare di qualche giorno la raccolta per non rischiare, anche se questo può comportare rinunciare a un po’ di grado zuccherino, perché la maturazione è più veloce negli ultimi giorni.
Questo è ancora più vero in annate molto calde come questa, dove la finestra di tempo in cui le uve sono mature al punto giusto è ancora più stretta, e attendere troppo potrebbe portare ad uno stress della pianta, che in casi estremi potrebbe riprendere liquidi e sostanze dagli acini per il proprio nutrimento, andando così a sottrarre al grappolo sostanze preziose per il vino.
Considerate anche che settembre e ottobre hanno un meteo molto variabile, e avete quindi un’idea dello stato d’animo in cui si vive, un misto tra entusiasmo, attesa e incertezza.
Per fortuna questa si sta presentando come un’ottima annata, anche se per scaramanzia non voglio dirlo troppo forte…
Quella che è stata una siccità molto problematica in buona parte del Paese, in queste zone si è declinata in un’estate secca al punto giusto, che ha permesso alle uve di raggiungere un ottimo grado zuccherino.
Le scelte continuano in cantina
Inoltre un clima più asciutto vuol dire anche più sano per le viti, perché come abbiamo detto l’umidità favorisce lo sviluppo di parassiti che invece non prosperano con il caldo secco.
Una volta pigiate le uve bisogna scegliere quanto far fermentare il mosto, e i tempi sono diversi a seconda del tipo di uva.
Se per esempio per il dolcetto bastano circa 6 giorni, per la barbera arrivo a 10 e per il nebbiolo si arriva anche a 15 giorni di fermentazione.
Nel mio caso tutto il nebbiolo raccolto è destinato alla produzione di Barolo, quindi faccio molta attenzione a impostare bene fin dall’inizio un vino che sarà in vendita solo dopo 4 anni.
Immaginate che ogni aspetto della lavorazione delle prime settimane avrà ripercussioni per tutta la vita del vino: se ad esempio ci fosse troppo zucchero e non tutto fermentasse trasformandosi in alcol, potremmo avere un vino con un gusto leggermente dolciastro, dato appunto dal residuo di zucchero in eccesso.
Venite a scoprire un profumo antico
Se non avete mai avuto occasione di visitare una cantina nel periodo subito dopo la raccolta allora vi siete persi l’esperienza del profumo del mosto, che accompagna l’uomo fin dall’antichità e rappresenta un pilastro della civiltà contadina.
Per fortuna potete rimediare: come sapete non faccio più le visite in cantina, ma siete sempre i benvenuti se volete acquistare qualche bottiglia!