Fra un mese è Carnevale! Direi che dopo 2 anni di pandemia abbiamo tutti bisogno di svago, di cose divertenti, di compagnia.
Allora ho pensato di condividere una ricetta di un dolce tipico piemontese di Carnevale, e che per me è legato ai ricordi d’infanzia: i Friciò.
Cominciamo col dire che queste frittelle vengono chiamate in molti modi, friceu, farciò, ma stiamo sempre parlando dello stesso dolce, pur con qualche variazione.
Per chi non è più un ragazzino, questi sapori dell’infanzia sono ricordi molto forti, anche perché nella quotidianità della campagna “di una volta” le feste erano momenti che effettivamente scandivano il tempo. I dolci si mangiavano durante le feste, mica tutti i giorni!
Ecco che allora ogni festa viveva anche dell’attesa di quei sapori particolari che ogni ricetta di famiglia portava con sé.
La versione piemontese
Nel caso dei Friciò stiamo parlando di un dolce molto semplice, delle frittelle dolci, ma che sono meno banali di quanto sembrino. Ovviamente è un dolce che possiamo trovare in tutta la penisola da nord a sud, con tante variazioni e modifiche.
La particolarità della versione piemontese è di risultare molto soffice, al contrario delle chiacchiere o bugie, per via di una maggiore presenza di uovo nell’impasto.
Un’altra caratteristica data dal differente impasto è la forma: siccome il composto è molto liquido, viene fritto usando il cucchiaio, creando delle palline anziché delle strisce.
Il sapore particolare di queste frittelle è dato dalla scorza di limone presente nell’impasto, e le ricette più ricche prevedono anche le uvette, anche se secondo me sono un’aggiunta più recente: a casa mia infatti hanno sempre avuto solo le scorze di limone!
La ricetta
Ecco gli ingredienti che servono per la versione con le uvette:
- 60 grammi di uva sultanina
- 250 grammi di farina di frumento 00’
- Mezza bustina di lievito per dolci
- 200 ml di latte
- Buccia di un limone grattugiato
- 3 uova medie
- Un litro di olio di semi per friggere
- 100 grammi di zucchero semolato
- Zucchero a velo oppure semolato per decorare
- Un pizzico di sale
Preparazione
Prendete l’uvetta e mettetela a bagno in una ciotola di acqua tiepida per circa 25 minuti e poi scolatela e strizzatela.
In una tazzina mescolate un cucchiaio di farina con il lievito e tenetela da parte. Setacciate la farina che rimane in un’altra ciotola unendovi il pizzico sale e, a filo, il latte, continuando a mescolare con un cucchiaio di legno per evitare che si formino i grumi.
Mettete le uova nell’impasto una alla volta e mescolate finché non saranno incorporate perfettamente. All’impasto aggiungete poi la scorza di limone grattugiata e l’uvetta.
Infine aggiungete la farina con lo lievito che avevate messo da parte.
Mettete a scaldare l’olio e, una volta pronto per la frittura, formate delle palline di impasto aiutandovi con due cucchiai.
Questa è la parte più difficile della preparazione: immergetele nell’olio con un movimento abbastanza rapido da conservare la forma delle palline, e fatele friggere fino a doratura rigirandole di tanto in tanto,
A questo punto scolatele e mettetele su carta assorbente per alimenti, una spruzzata di zucchero a velo e sono pronte!
Il giusto vino
L’abbinamento che sarebbe più ovvio con questo piatto è quello di un vino dolce, ma io non sono un grande appassionato di vini dolci, e quindi vi propongo un’alternativa.
Per il pranzo di Carnevale provate il mio rosato Isabella.
È un vino fresco, con note olfattive di fiori gialli e potpourri, mi piace pensarlo come un invito alla primavera che deve arrivare.
Essendo ottenuto da uve nebbiolo ha comunque una sua personalità che gli permette di stare bene a tavola dall’inizio alla fine, e perché no anche assieme ai Friciò.
Speriamo che questa pandemia non faccia altri scherzi, chiudiamola con questa primavera, e ci risentiamo a Pasqua!